Cosmologia di Arda

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    La seguente è una descrizione della cosmologia che J.R.R. Tolkien creò per il suo universo immaginario. Ogni termine è seguito da alcuni nomi alternativi, se ce ne sono, e, tra parentesi, dal suo corrispondente nel nostro mondo, seguendo l'ipotesi che Tolkien si fosse rifatto alla nostra realtà per plasmare il suo universo. Il punto interrogativo dopo quest'ultima parola indica che l'identificazione è discussa o puramente speculativa.


    Aiwenórë era la parte inferiore di Vista, uno dei tre strati di cui era composta l'atmosfera di Arda. Aiwenórë è un nome Quenya che significa "terra degli uccelli". La si può ritrovare anche con i nomi di Aiwenor o Aiwenorë.

    Si trattava dello strato inferiore di Vista mentre il superiore era chiamato Fanyamar. Era quella parte di atmosfera in cui potevano volare gli uccelli e altre creature volanti. I suoi confini erano costituiti ad occidente dalle Pelóri, ad oriente dalle Mura del Sole, a nord e a sud dalle Mura del Mondo dove si fonde con Ilmen e Vaiya. Questo sembra implicare che gli uccelli mortali non potevano raggiungere Aman se non nella sua porzione ad est delle Pelóri, comprendente, tra gli altri luoghi, le Isole Incantate, Tol Eressëa e la città di Alqualondë.

    Aiwenórë, come il resto di Vista, inizialmente ricopriva tutta Arda ma dopo il cataclisma alla fine della Seconda Era venne limitata alle sole terre mortali.

    Alcarinquë era una stelle create da Varda. Alcarinquë è un nome Quenya che significa "La Gloriosa". Era una delle stelle più splendenti del cielo notturno. Corrispondeva in realtà al pianeta Giove.

    Durante gli Anni degli Alberi e poco prima del Risveglio degli Elfi, Varda grazie alla luccicante rugiada di Telperion creò molte delle stelle del firmamento. Alcarinquë era la più luminosa di tutte poiché allora non erano stati ancora creati il Sole e la Luna né il Silmaril di Eärendil.

    Ambar, Imbar (crosta terrestre) - La massa solida del mondo. La Terra di Mezzo, ad esempio, è una parte di Ambar.

    Anarríma era una costellazioni poste da Varda nei cieli di Arda per illuminare la notte prima della creazione del Sole e della Luna. Anarríma è un nome Quenya derivante da Anar ("Sole") e ríma ("confine") che significa "Confine del Sole".

    Non è chiaro a quale costellazione reale corrisponda ma dato il nome si suppone che si trovasse presso l'eclittica. Sono state avanzate le ipotesi della Corona Boreale o di Pegaso benché l'eclittica non passi particolarmente vicino ad esse. Durante gli Anni degli Alberi e poco prima del Risveglio degli Elfi, Varda grazie alla luccicante rugiada di Telperion creò molte delle stelle del firmamento. Alcune di esse furono disposte nel cielo in maniera tale da formare una costellazione, una delle quali fu Anarríma.

    Le Aule Atemporali sono la dimora di Eru Ilúvatar. Si trovano al di fuori dell'universo (Eä), dello spazio e del tempo, circondate dal Vuoto. Le Aule Atemporali esistono al di là dei confini spazio-temporali dell'universo, e perciò non hanno forma fisica, né un luogo definito.

    Non è inoltre chiaro se questa sia la destinazione finale delle anime degli Uomini, anche se, visto che questi non soggiornano nelle Aule di Mandos, è una possibilità da non scartare. Questa versione è inoltre confermata nel Tale of Adanel ("Racconto di Adanel"), nel quale si dice che le anime degli Uomini andranno vicino a Ilúvatar, ma la canonicità di questo brano è dubbia.

    Borgil era una stelle create da Varda, nella costellazione di Menelmacar. Borgil è un nome Sindarin che significa "stella rossa ardente".

    Appariva nel cielo autunnale ed invernale "incandescente come un gioiello di fuoco". Apparteneva alla costellazione di Menelmacar e si trovava vicina a Remmirath[1]. Corrisponde alla stella Betelgeuse. Durante gli Anni degli Alberi e poco prima del Risveglio degli Elfi, Varda grazie alla luccicante rugiada di Telperion creò molte delle stelle del firmamento tra cui Borgil.

    Il Cancello del Mattino era un grande portale che conduceva dal Vuoto in Arda. Era un colossale ed indistruttibile portale in oro con cancelli in argento, circondato da vapori luminosi dovuti all'effetto del passaggio del Sole sull'oscurità del Vuoto. Era posto nell'estremo oriente di Arda, oltre le Mura del Mondo e si apriva nel Vuoto Atemporale solo in seguito al pronunciamento di una parola magica conosciuta solo da Manwë e da Arien. La parola era la stessa utilizzata per aprire la Porta della Notte ma letta nel verso opposto.

    Nei Racconti Ritrovati si narra che in seguito alla creazione del Sole e della Luna, i Valar chiesero ad Ulmo di realizzare una flotta di barche e zattere celesti in grado di veleggiare attraverso Vaiya, poiché nessun altro vascello poteva farlo. Fu così che giunti nell'estremo occidente di Arda realizzarono la Porta della Notte e poi, nell'estremo oriente, il Cancello del Mattino. Ogni giorno, Ulmo trascinava il Vascello del Sole di fronte alle Porte della Notte proprio quando la Luna attraversava il Cancello del Mattino, e dal Vuoto usciva un fiotto d'oscurità che però veniva dissipato dalla luminosità e dal calore dell'astro. Il Sole allora attraversava il Vuoto sino a spuntare nell'estremo oriente di Arda attraverso i Cancelli del Mattino.

    Si profetizza che alla fine dei tempi indurrà discordia tra il Sole e la Luna in modo tale che Ilinsor cercherà di inseguire Arien attraverso la Porta della Notte; allora Melkor distruggerà la Porta e i Cancelli del Mattino e i due astri si perderanno nel Vuoto, avrà così inizio alla Dagor Dagorath. Pare che i Dúnedain riuscirono a scorgere i Cancelli del Mattino durante i loro viaggi nell'estremo oriente del mondo.

    Carnil era una stelle create da Varda.Un nome Sindarin che significa "stella rossa". Carnil era una stella rossa molto splendente. Corrisponde al pianeta Marte.

    La Corona di Durin è una costellazione di sette stelle che viene menzionata spesso nelle leggende dei Nani.

    Secondo la leggenda tale costellazione apparve a Durin il Senzamorte quando si specchiò per la prima volta nelle acque del Mirolago nella Valle di Azanulbizar; poiché le stelle andarono a formare una corona sopra la sua immagine riflessa nelle acque, Durin interpretò questo come un segno del destino e decise che avrebbe fondato un reame nanico nelle montagne della Valle.

    " [...] Egli si chinò per guardare nel Mirolago,
    E di una corona di stelle vide il contorno vago;
    Parean gemme incastonate in argento,
    Sulle ombre del suo bel capo intento."
    - Canto di Durin, Il Signore degli Anelli, libro II, cap. IV, "Un Viaggio nell'Oscurità".


    Elemmírë era una stelle create da Varda. Elemmírë è un nome Quenya composto da elen ("stella") e mírë ("gioiello") e significa "stella-gioiello". Era una stella particolarmente splendente. Corrisponde al pianeta Mercurio.

    Durante gli Anni degli Alberi e poco prima del Risveglio degli Elfi, Varda grazie alla luccicante rugiada di Telperion creò molte delle stelle del firmamento. Elemmírë fu una di esse.

    è l'universo, tutto ciò che esiste materialmente inclusi lo spazio e il tempo, la realizzazione della visione degli Ainur illustrata durante l'Ainulindalë al cospetto di Eru. Eä è una parola Quenya, un comando che significa "Sia!", e deriva direttamente dal verbo "essere". Infatti, Eä è "il Mondo che È", a differenza del "Mondo che Non È". Ciò potrebbe presupporre che tutto ciò che è al di fuori di Eä, come le Aule Atemporali di Eru Ilúvatar, non abbia forma materiale.

    Ad un certo momento, Eru chiamò a sé tutti gli Ainur, ed espose loro un grande tema musicale, chiedendo loro di farne un grande Canto corale in cui ognuno vi avrebbe aggiunto qualcosa secondo la propria personalità e creatività. Eru istruì gli Ainur affinché le parole e la melodia della Musica rispettassero la sua idea del mondo. Quando la Grande Musica si innalzò, per la prima volta gli Ainur cantarono tutti insieme in armonia. Tuttavia Melkor, che aveva passato molto tempo nel Vuoto e aveva formato pensieri propri diversi da quelli di Eru, iniziò a tentare di sviare la melodia, causando dissonanze e cacofonie.

    Al termine della melodia, Eru concrettizzò il canto degli Ainur, trasformando la loro visione del mondo e delle sue vicende in una realtà concreta attraverso la mediazione della Fiamma Imperitura. "Eä" fu la parola pronunciata da Eru, il comando "Sia!" con il quale il mondo prese forma nel Vuoto.

    In seguito alla creazione di Eä, ad alcuni Ainur fu concessa la possibilità di entrare in Eä in modo da attuare con le proprie fatiche la visione che avevano scorto durante la Musica. Ad essi fu dato il nome di Valar, e agli spiriti minori che li seguirono, Maiar.

    A lungo essi travagliarono nelle regioni di Eä, la cui vastità trascende il pensiero di Elfi e Uomini, finchè a tempo debito fu fatta Arda, il regno della Terra, che essi scelsero come loro dimora. È in Arda che ebbe luogo la Prima Guerra delle Potenze contro Melkor, il Risveglio degli Elfi, il Risveglio degli Uomini e tutti gli avvenimenti e le vicende che ne conseguirono.

    Fanyamar era uno degli strati di cui era composta Vista, uno dei tre strati di cui era composta l'atmosfera di Arda. Fanyamar è un nome Quenya che significa "casa delle nuvole".

    Si trattava dello strato superiore di Vista mentre l'inferiore era chiamato Aiwenórë. Qui si formavano le nuvole. I suoi confini erano costituiti ad occidente dalle Pelóri, ad oriente dalle Mura del Sole, a nord e a sud dalle Mura del Mondo dove si fonde con Ilmen e Vaiya. Questo sembra implicare che le nuvole non adombravano mai Aman se non nella sua porzione ad est delle Pelóri, comprendente, tra gli altri luoghi, le Isole Incantate, Tol Eressëa e la città di Alqualondë.[2]

    Fanyamar, come il resto di Vista, inizialmente ricopriva tutta Arda ma dopo il cataclisma alla fine della Seconda Era venne limitata alle sole terre mortali.

    Helluin era una stelle create da Varda, nella costellazione di Menelmacar. Helluin è un nome Sindarin composto dai termini kher ("ghiaccio") e luinë ("azzurro") e significherebbe quindi "azzurro ghiaccio"; nella stessa lingua veniva anche chiamata Nielluin ovvero "ape azzurra". In Quenya veniva chiamata Niellúnë o Nierninwa mentre in Noldorin era nota come Niothluimi; tutti questi termini avevano lo stesso significato di Nielluin.

    Helluin era una stella particolarmente splendente che emanava una luce bianco-azzurra e faceva parte della costellazione di Menelmacar. Veniva chiamata "ape azzurra" poiché nelle notti autunnali o invernali pareva quasi inseguire la costellazione di Menelmacar stando ai suoi piedi. Questa peculiarità pare tuttavia essere in contrasto con il fatto che Helluin fosse una delle stelle fisse, a differenza di altre il cui movimento tortuoso era governato dai Mánir e dai Súruli. Corrisponde alla stella Sirio, la più luminosa della volta celeste.

    Helluin avrebbe dovuto svolgere un ruolo importante nella leggenda di Telimektar, figlio di Tulkas, che in seguito sarebbe diventato la costellazione di Menelmacar (Orione). Tolkien tuttavia non scrisse mai questa leggenda e nei suoi scritti vi sono solamente accenni in proposito: Nielluin sarebbe dovuto corrispondere ad Ingil, figlio di Ingwë e avrebbe dovuto seguire Telimektar sotto forma di una grande ape che portava con sé del miele splendente di un'intensa luce azzurra.

    Durante gli Anni degli Alberi e poco prima del Risveglio degli Elfi, Varda grazie alla luccicante rugiada di Telperion creò molte delle stelle del firmamento. Helluin fu una delle prima ad essere create a questo proposito.

    Tra i componenti che concorsero alla realizzazione del Vascello della Luna, vi furono piccole stelle pari a minuscoli punti di luce costituite da scintille della luce di Helluin intrappolate nella neve. Uinen le utilizzò per decorare le vele del vascello. Fëanor era in grado di produrre gemme che quando colpite dalla luce delle stelle risultavano più splendenti della luce di Helluin.


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    Ilmen, (Spazio esterno) - Perlomeno prima del cataclisma della fine della Seconda Era, a circondare completamente sia Ekkaia che Vista (vedi più sotto) c'era l'Ilmen, una regione di aria pulita e di estensione indefinita pervasa dalla luce. Le stelle e gli altri astri si trovavano e ruotavano in questa regione. Probabilmente Tolkien fece derivare il nome da ilma, parola finlandese per "aria". La Luna passava in questa regione durante il suo viaggio attorno al mondo, e si immergeva nei suoi abissi nel viaggio di ritorno. Non è chiaro cosa ne sia stato di Ilmen dopo il cataclisma, ma si suppone che abbia semplicemente mutato la sua natura, mantenendo al suo interno i corpi celesti.

    L'Immortalità è un concetto molto complesso nel mondo di Arda, non essendo infatti univoco e differendo da razza a razza. Generalmente si è soliti riferirsi alla lunghissima vita degli Elfi, i quali tuttavia possono essere uccisi anche se non dalle malattie o per vecchiaia.

    Gli unici esseri propriamente immortali (nel senso che non possono essere uccisi né portati a perdere la propria anima) di Arda sono i membri della razza divina degli Ainur. Poiché originariamente provenivano da oltre i confini di Eä, niente all'interno di Arda può nuocergli, questo perché per esistere essi non necessitano di un corpo fisico, a differenza dei Figli di Ilúvatar. Gli Ainur assumono forma fisica a piacimento e a seconda delle circostanze, tuttavia il corpo fisico rappresentava più un "vestito" piuttosto che un'incarnazione reale. La rimozione di questo "abito fisico" poteva essere devastante per un Ainur e debilitarlo a lungo, tuttavia essa non poteva avvenire a meno che il suo spirito non fosse già stato indebolito oppure non vi fosse stato un intervento diretto di Eru.

    I più potenti spiriti ribelli, Melkor e Sauron, hanno subito una perdita del loro essere, ma solo perché hanno permesso una parte del loro spirito di passare nei materiali di Arda. Questo indebolimento della loro natura originaria ha permesso loro di essere feriti da altri e anche "uccisi".

    Alcuni tra gli Ainur si sono effettivamente incarnati, in particolare Morgoth e Gandalf. Mentre in questi corpi potevano essere disincarnati con forza o "uccisi" (anche se non morirono di vecchiaia); ma non subivano alcuna perdita del loro vero essere, se non precedentemente indebolito.

    Tuttavia, entrando in Eä, la stirpe degli Ainur si è legata ad essa, e quindi il loro destino dopo la sua fine sembra incerto. Questo fatto porta alla sua ultima immortalità in discussione.

    Gli Elfi a differenza degli Uomini non soffrono la morte per vecchiaia o malattia, ma possono essere uccisi per morte violenta o spegnersi a seguito di un grande dolore. A differenza dei Valar, sperimentare la morte (che è la separazione della loro fëa dall' hröa) viola la natura degli Elfi, dato che sono stati fatti per vivere come esseri incarnati. Gli Elfi non erano liberi dal cambiamento e dall'invecchiamento, ma invecchiano in maniera diversa rispetto agli Uomini: gli Elfi infatti più che invecchiare, si stancano del mondo e sono gravati dai dolori che hanno vissuto più in passato. Nella Terra di Mezzo i loro corpi sarebbero lentamente consumati dai loro spiriti finché non fossero poco più che degli spettri, invisibili. Tuttavia, gli Elfi potevano sfuggire a questo destino percorrendo l'ovest ad Aman.

    Gli Elfi sono anche legati a Arda e non possono sfuggire a questo destino finché dura il mondo; possono quindi essere reincarnati dopo la morte del loro fisico. Quando la loro fëa e la hröa sono separati, il fàa viaggiare alle Aule di Mandos ad Aman. Lì possono rimanere o essere reincarnati con un nuovo corpo identico alla precedente hröa, dopo essere stato liberato da Námo e giudicato da Manwë e Varda per essere assolto da qualsiasi peccato o rimpianto dalla loro vita precedente. Una volta reincarnati, rimangono generalmente in Aman. Ci sono solo due Elfi conosciuti per aver lasciato Aman dopo la reincarnazione, Glorfindel che è stato rimandato nella Terra di Mezzo per combattere nella Guerra d'Ira e Lúthien Tinúviel, che è venne rimandata nella Terra di Mezzo come una mortale assieme all'amato Beren.

    Tuttavia, per stesso fatto della loro natura significa che il loro destino dopo la fine di Arda è sconosciuto; sembra che gli Elfi potrebbero essere destinati a morire quando Arda finirà nella Dagor Dagorath. Devono contare su Estel (un concetto filosofico inteso come fede nell'avvenire) per trarre da esso la speranza che ciò non accadrà.

    Poiché gli Elfi possono reincarnarsi e perché il loro destino dopo l'estremità di Arda è indiscutibile, la vita degli Elfi è "estrema longevità" e non "l'immortalità". I mortali tuttavia, poiché sono all'oscuro di ciò che comporta la longevità degli Elfi, la scambiano per immortalità e ne sono invidiosi.

    La razza degli Uomini fu creata mortale da Eru, e nessuno (fatto salvo Tuor il cui fato fu scisso da quello degli uomini) può dirsi tecnicamente immortale.

    Tuttavia la durata della vita degli Uomini può essere in qualche modo estesa o per concessione di Eru, oppure attraverso gli Anelli del Potere o altre oscure arti di magia nera. Gli uomini più longevi furono indubbiamente quelli della razza dei Dúnedain che avevano normalmente una vita tre volte più lunga rispetto a quella dei normali uomini (circa 250 anni), ma che poteva estendersi ulteriormente per quanto riguardava la Casa di Elros in quanto molti dei suoi membri superarono tranquillamente i 400 anni.

    Coloro che vissero più a lungo furono tuttavia i Nazgûl che, grazie al potere degli Anelli donati loro da Sauron, riuscirono a vivere anche 5,000 anni. Un'altro esempio di allungamento della vita dovuto agli Anelli fu Gollum che, grazie al possesso dell'Unico Anello, superò i 500 anni di vita. Tuttavia questo allungamento innaturale della vita mediante.

    Luinil era una stelle create da Varda. Luinil è un nome Quenya composto da luinë ("azzurro") ed él ("stella") che significa "Stella Azzurra".

    Luinil era una delle stelle più splendenti del cielo notturno. Non è chiaro a quale stella corrisponda ma alcune delle candidate più probabili sono Rigel, Spica o Regolo oppure il pianeta Nettuno.

    Durante gli Anni degli Alberi e poco prima del Risveglio degli Elfi, Varda grazie alla luccicante rugiada di Telperion creò molte delle stelle del firmamento. Luinil era una di esse.

    Lumbar era una stelle create da Varda. Lumbar è un nome Quenya composto da lumbe ("ombra") e már ("casa") che significa "Casa dell'Ombra". Non è chiaro per quale motivo fosse chiamata con questo nome ma è probabile che identificandosi con il pianeta Saturno, la stella fosse legata alla tristezza e all'oscurità. Lumbar appariva verosimilmente come una stella bianca o gialla molto splendente. Corrisponde al pianeta Saturno.

    Durante gli Anni degli Alberi e poco prima del Risveglio degli Elfi, Varda grazie alla luccicante rugiada di Telperion creò molte delle stelle del firmamento tra cui Lumbar.

    La Luna fu una delle creazioni del Vala Aulë costruito per preservare e conservare la radianza dell'ultimo fiore argentato di Telperion e in seguito posto come luminare del cielo insieme al Sole, dopo l'Ottenebramento di Valinor. Il vascello della Luna è guidato da Tilion, un Maia di Oromë.

    "Isil il Chiarore, così in antico i Vanyar chiamarono la Luna, fiore di Telperion sbocciato in Valinor; e il Sole lo denominarono Anar, il Fuoco Dorato, frutto di Laurelin. Ma i Noldor li indicavano anche come Rána, il Caparbio, e Vása, il Cuore che ridesta e consuma, ché il Sole è stato posto come segno del sorgere di Uomini e del declino degli Elfi, laddove la Luna ne serba memoria."
    - Il Silmarillion, cap. XI, "Il Sole, la Luna e l'Occultamento di Valinor"


    Menelmacar, conosciuta anche col nome Sindarin di Menelvagor, è una delle costellazioni poste da Varda nei cieli di Arda per illuminare la notte prima della creazione del Sole e della Luna.

    All'interno di essa contiene la stella rossa di Borgil e viene identificata come la costellazione di Orione del mondo reale. I nomi Menelmacar e Menelvagor sono rispettivamente di origine Quenya e Sindarin ed entrambi significano "Spadaccino del Cielo".

    Un tempo era nota col nome Quenya di Telumehtar, tuttavia tale nome venne sostituito dal nome Menelmacar, anche se tuttora viene utilizzato. Secondo le leggende della Terra di Mezzo tale costellazione sarebbe una specie di profezia della Dagor Dagorath e rappresenterebbe il ritorno dell'eroe Turin Turambar dalle Aule di Mandos per combattere l'ultima grande battaglia contro il suo odiato nemico Morgoth.

    Nei Racconti Perduti, Telimektar (Menelmacar) era un Vala, figlio di Tulkas, che quando seppe che Melko (Melkor) era scappato dalla prigionia, insieme a Ingil (figlio di Ingwë) lo caccio fuori dal mondo facendolo salire sul Pino di Tavrobel che arrivava fino fuori dal mondo. Dopodichè, come segno del destino, Telimektar e Ingil rimasero nel cielo a guardia di un suo eventuale ritorno.

    Morwinyon era una stelle create da Varda. Morwinyon è un nome Quenya composto da mor- ("oscurità") e gwini ("scintillio") che significa "Scintillio nell'Oscurità" o "Scintillio del Crepuscolo". In Noldorin era chiamata Morwinthi con significato sovrapponibile.

    Morwinyon era la terza stella più splendente del cielo notturno e brillava sempre ad occidente. Insieme ad Helluin faceva parte delle stelle fisse, ovvero non mosse dai Mánir o dai Súruli. Corrisponde alla stella Arturo.

    Morwinyon era tra le più splendenti insieme ad Helluin e si dice fosse stata una delle ultime ad essere create da Varda, poco prima che ritornasse a Valinor. Secondo altri racconti, tuttavia, fu Aulë a creare le Sette Stelle, frutto delle scintille della sua forgia e che Varda cercò di crearne di simili ma non vi riuscì mai.

    Le Mura del Mondo erano le mura invisibili che circondarono Arda fino al termine della Seconda Era. Ilurambar è un nome Quenya che significa "mura del mondo".

    Erano mura invisibili, gelide come ghiaccio, trasparenti come vetro e dure come acciaio che circondavano Arda formando una sfera. Non potevano essere attraversate se non attraverso la Porta della Notte e il Cancello del Mattino che conducevano nel Vuoto. Al suo interno vi era Vaiya, lo strato più elevato dell'atmosfera che diventava il grande oceano esterno di Ekkaia sotto terra. All'estremo nord e all'estremo sud, Ekkaia era più stretto e le Mura quindi più vicine alle terre emerse di Arda.

    Nella sua prima concezione, questa barriera era chiamata Mura della Notte e doveva avere un aspetto più simile a quello di una cinta di mura che circondava l'intero pianeta. Negli Anni dei Valar infatti Melkor passò sopra queste mura (e non attraverso) con il suo esercito entrando nell'estremo nord di Arda dove fondò Utumno.

    Il Sole e la Luna ogni giorno entravano all'interno di Arda attraverso il Cancello del Mattino e ne uscivano per la Porta della Notte attraversando le Mura del Mondo.

    Le Aule di Nienna, poste nell'estremo occidente di Aman, si affacciavano su Ekkaia e quindi guardavano "fuori" dalle Mura del Mondo. Dopo la Guerra d'Ira, Melkor fu sconfitto dall'esercito di Valinor e scaraventato attraverso la Porta della Notte oltre le Mura del Mondo nel Vuoto. Eärendil e altre sentinelle furono poste presso di essa per vigilare in eterno ed impedire il suo ritorno.

    Cessarono di esistere probabilmente nel 3318 SE quando in seguito all'Akallabêth, Arda da piatta divenne sferica.


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    Nénar era una stelle create da Varda. Nénar è un nome Quenya derivante da nén che significa "acqua". Nénar era una stella azzurra molto splendente. Corrisponde forse al pianeta Urano.

    Durante gli Anni degli Alberi e poco prima del Risveglio degli Elfi, Varda grazie alla luccicante rugiada di Telperion creò molte delle stelle del firmamento; Nénar fu una di esse.

    La Porta della Notte era la grande porta che conduceva nel Vuoto. La Porta della Notte in Quenya era chiamata Moritarnon o Ando Lómen. In Noldorin era conosciuta come Tarn Fui.

    Era una colossale ed indistruttibile porta di basalto, completamente nera, nella quale erano scolpiti grandi draghi dalle cui fauci usciva perennemente una colonna di fumo. Era posta nell'estremo occidente di Arda, oltre le Mura del Mondo e si apriva nel Vuoto Atemporale solo in seguito al pronunciamento di una parola magica conosciuta solo da Manwë e da Arien. La parola era la stessa utilizzata per aprire il Cancello del Mattino ma letta nel verso opposto.

    Nei Racconti Ritrovati si narra che in seguito alla creazione del Sole e della Luna, i Valar chiesero ad Ulmo di realizzare una flotta di barche e zattere celesti in grado di veleggiare attraverso Vaiya, poiché nessun altro vascello poteva farlo. Fu così che giunti nell'estremo occidente di Arda realizzarono la Porta della Notte e poi, nell'estremo oriente, il Cancello del Mattino. Ogni giorno, Ulmo trascinava il Vascello del Sole di fronte alle Porte della Notte proprio quando la Luna attraversava il Cancello del Mattino, e dal Vuoto usciva un fiotto d'oscurità che però veniva dissipato dalla luminosità e dal calore dell'astro. Il Sole allora attraversava il Vuoto sino a spuntare nell'estremo oriente di Arda attraverso il Cancello del Mattino.

    Ne Il Silmarillion si racconta che i Valar elevarono Vingilot nei cieli e con essa Eärendil che aveva in fronte uno dei Silmarilli. La nave attraversò la Porta della Notte e divenne così una delle stelle del firmamento.

    Dopo la Guerra d'Ira, Melkor fu sconfitto dall'esercito di Valinor e scaraventato attraverso la Porta della Notte oltre le Mura del Mondo nel Vuoto. Eärendil e altre sentinelle furono poste presso di essa per vigilare in eterno ed impedire il suo ritorno. Si profetizza tuttavia che alla fine dei tempi indurrà discordia tra il Sole e la Luna in modo tale che Ilinsor cercherà di inseguire Arien attraverso la Porta della Notte; allora Melkor distruggerà la Porta e i Cancelli del Mattino e i due astri si perderanno nel Vuoto, avrà così inizio alla Dagor Dagorath.

    Remmirath era una costellazioni poste da Varda nei cieli di Arda per illuminare la notte prima della creazione del Sole e della Luna.

    Remmirath è un nome Sindarin contenente i termini rem ("rete" o "maglia") e mîr ("gioiello") e significa quindi "Rete di Gioielli" (ovvero "Rete di Stelle") nel senso di "gemme intrappolate in una rete". In Quenya era conosciuta come Itselokte e in Noldorin era chiamata Sithaloth o Sithaloctha, nomi che significano "Gruppo/Fiore di Mosche d'Argento".

    Remmirath era una costellazione composta da sette stelle azzurre particolarmente luminose e ravvicinate che per questo motivo venivano paragonate a gemme azzurre intrappolate in una rete. Vicino a questa costellazione vi era la stella Borgil che tuttavia apparteneva a Menelmacar. Remmirath era particolarmente luminosa nelle sere autunnali. Corrisponde alle Pleiadi.

    Durante gli Anni degli Alberi e poco prima del Risveglio degli Elfi, Varda grazie alla luccicante rugiada di Telperion creò molte delle stelle del firmamento. Alcune di esse furono disposte nel cielo in maniera tale da formare una costellazione una delle quali fu Remmirath.

    Fu ammirata da Frodo, Sam e Pipino durante la notte passata insieme alla compagnia di Elfi guidata da Gildor in una radura del Terminalbosco.

    Il Sole fu una delle creazioni del Vala Aulë costruito per preservare e conservare la radianza dell'ultimo frutto dorato di Laurelin e in seguito posto come luminare del cielo. Il vascello del Sole è guidato da Arien, una Maia di Vána.

    Alcuni dei nomi del Sole tra gli Elfi sono:

    Anar, o Fuoco Dorato, utilizzato prevalentemente dai Vanyar.
    Anor, nome comune per il Sole in Sindarin, come per esempio in "Minas Anor", la provicia di Gondor "Anórien", e Elanor ("Sole-stella").
    Vása, o Cuore di Fuoco, nome dato al Sole dai Noldor.
    Kalaventë o Kalavénë, ovvero "la Nave del Sole".
    Un nome poetico per il Sole è anche Stella del Giorno, e Gollum si riferisce al Sole come Faccia Gialla. Tolkien affermò che gli Elfi (e gli Hobbit) si riferiscono sempre al Sole al femminile.

    Soronúmë era una costellazioni poste da Varda nei cieli di Arda per illuminare la notte prima della creazione del Sole e della Luna. Soronúmë è un nome Quenya composto da soron ("aquila") e númen ("ovest, occidente") che significa "Aquila dell'Occidente".

    Soronúmë non viene mai descritta nelle opere di Tolkien. Si suppone che corrisponda alla costellazione dell'Aquila o a quella della Lira.

    Durante gli Anni degli Alberi e poco prima del Risveglio degli Elfi, Varda grazie alla luccicante rugiada di Telperion creò molte delle stelle del firmamento. Alcune di esse furono disposte nel cielo in maniera tale da formare una costellazione, una delle quali fu Soronúmë.

    La Stella di Eärendil era la più luminosa delle stelle del cielo ed è costituita dalla nave Vingilot, governata da Eärendil che vi conserva uno dei Silmaril.

    In Sindarin questa stella è chiamata Gil-Estel ("stella della speranza") mentre in Adunaico è detta Azrubêl ("amica del mare", "amante del mare") o Rôthinzil ("fiore di schiuma"). Comunemente veniva soprannominata "Stella della Sera" poiché era particolarmente visibile al mattino e alla sera quando la luce solare era più debole.

    La Stella di Eärendil era costituita dalla bianca luce contenuta nel Silmaril del grande marinaio a bordo della nave Vingilot. Era la stella più splendente della volta celeste, tanto da essere in grado di eclissare quella delle vicine. Corrisponde al pianeta Venere, il corpo celeste più luminoso dopo il Sole e la Luna.

    Questa stella fu creata da Fëanor che riuscì ad amalgamare ed intrappolare la luce degli Alberi di Valinor in tre grandi gemme, i Silmarilli In seguito Morgoth, approfittando dell'assenza di Fëanor, uccise Finwë e sottrasse le tre gemme dalla fortezza di Formenos incastonandole nella sua Corona Ferrea Il Silmaril che sarebbe poi diventato la Stella di Eärendil fu recuperato da Beren e Lúthien durante la disperata missione in Angband. Dopo la loro morte passò al figlio Dior[4] quindi alla nipote Elwing che lo sottrasse prima al Sacco del Doriath fuggendo ai Porti del Sirion, poi alla loro distruzione da parte dei Figli di Fëanor gettandosi in mare. Ulmo tuttavia trasformò la fanciulla in un cigno che portava sul petto il Silmaril ed ella si riunì con l'amato Eärendil durante uno dei suoi viaggi. Nel PE 542 si recarono insieme a Valinor dove il marinaio chiese aiuto ai Valar nella lotta contro Morgoth. I Valar accettarono ma trattennero la nave Vingilot che santificarono e innalzarono nei cieli. Eärendil prese parte alla Guerra d'Ira dove riuscì ad abbattere Ancalagon il Nero, il più grande dei Draghi di Morgoth. In seguito Eärendil divenne il timoniere della nave e portò per sempre in fronte il Silmaril che divenne una stella nel cielo e fu chiamata la Stella di Eärendil.

    Nella Seconda Era i discendenti degli Uomini del Beleriand seguirono la luce di questa stella raggiungendo una grande isola che chiamarono Elenna cioè "Terra della Stella" o più letteralmente "Verso la Stella" e che sarebbe stata poi nota come Númenor.

    Il 16 febbraio TE 3019, Galadriel donò a Frodo una Fiala nella quale era imprigonata la luce di questa stella. La Fiala agevolò il viaggio di Frodo e Sam attraverso Mordor, permise al primo di fuggire da Shelob e dalle sue ragnatele e al secondo di salvare il suo padrone dalla torre di Cirith Ungol. Persino la luce della Fiala di Galadriel però non riuscì a sortire effetti quando Sam cercò di utilizzarla nella Voragine della Fato.

    Telumendil era una costellazioni poste da Varda nei cieli di Arda per illuminare la notte prima della creazione del Sole e della Luna. Telumendil è un nome Quenya derivante da telumë ("tetto", "volta celeste") e dal suffisso -(n)dil ("amico, amante") che significa "Amante del Cielo".

    Telumendil non viene mai descritta nelle opere di Tolkien ma è elencata dopo Soronúmë (Aquila) e prima di Wilwarin (Cassiopeia) pertanto si suppone che corrisponda alla costellazione del Cigno.

    Durante gli Anni degli Alberi e poco prima del Risveglio degli Elfi, Varda grazie alla luccicante rugiada di Telperion creò molte delle stelle del firmamento. Alcune di esse furono disposte nel cielo in maniera tale da formare una costellazione, una delle quali fu Telumendil.

    Til è una delle stelle create da Varda. Til è un nome Quenya derivante da tili ("luce blu") e da tilio che indica la stella Sirio.

    Til viene descritta come una piccola stella azzurra vicina ad Helluin[1]. Potrebbe corrispondere a Sirio B. Durante gli Anni degli Alberi e poco prima del Risveglio degli Elfi, Varda grazie alla luccicante rugiada di Telperion creò molte delle stelle del firmamento; Til fu probabilmente una di esse.

    Valacirca era una delle principali costellazioni e l'ultima di queste ad essere posta da Varda nel cielo di Arda, alfine di illuminare il Risveglio degli Elfi.

    Si trattava di una formazione di sette stelle posta a nord come sfida a Melkor e monito della furia dei Valar per tutti i suoi servitori.

    "E alta nel nord, come una sfida a Melkor, ella [Varda] sospese la corona di sette possenti stelle, la Valacirca, la Falce dei Valar e segno del destino"

    Valacirca è un nome di origine Quenya che significa letteralmente "Falce dei Valar" ma viene anche chiamata Otselen "Sette Stelle". Questi nomi vengono traslitterati in Sindarin come Cerch Imbelain e Edegil, con lo stesso significato. Gli Hobbit della Contea la chiamano invece "Rovo Infuocato".

    Viene detto che tale costellazione appaia nel nord del cielo e che sia composta da sette stelle. In base a questa descrizione si può pensare che Tolkien nel crearla si sia ispirato alla costellazione dell'Orsa Maggiore.

    Nei Racconti Ritrovati si narra che Varda, avendo appreso da Manwë del risveglio degli Elfi, si recò da Aulë per informarlo. Il grande fabbro lasciò cadere il suo magico maglio per lo stupore e questo, colpendo alcuni lingotti d'argento sul pavimento, generò alcune scintille che si proiettarono nel cielo e divennero le Sette Stelle del Valacirca. Varda prese spunto da questo avvenimento per mischiare la luce di Telperion conservata in Silindrin con l'argento fuso, rendendo il composto stabile. Grazie ad esso creò molte stelle che si dice avessero la proprietà di indurre il sonno poiché la luce di Telperion era stata conservata a lungo nei Giardini di Lórien.

    Vista era uno degli strati costituenti l'atmosfera dei continenti e degli oceani di Arda con l'eccezione di Valinor.

    Vista (meno comunemente Wista) in Quenya significa "aria". Nelle prime versioni del legendarium era chiamata Vilna. I corrispondenti nomi Noldorin erano Gwilfa o Fâ. In alcuni scritti appare anche con le varianti Wilwa e Favilna.

    Vista era lo strato più interno dell'atmosfera della Terra di Mezzo, contenente l'aria respirabile dalle creature viventi. Era ulteriormente suddivisa in una parte inferiore detta Aiwenórë, ove volavano le creature alate e in una superiore chiamata Fanyamar, dove si formavano le nuvole. Questo strato formava una sorta di cupola invisibile i cui confini erano le Pelóri ad ovest, le Mura del Sole ad est e le Mura del Mondo a nord e a sud. Valinor a partire dalla Seconda Era non fu più ricoperta da Vista e i suoi abitanti respirarono l'aria di Ilmen, lo strato intermedio dell'atmosfera di Arda. Conseguentemente, i mortali non potevano respirare l'aria del Reame Beato se non per grazia di Manwë. Questo strato viene descritto come di colore "grigio".

    Vista inizialmente ricopriva tutta Arda ma dopo il cataclisma alla fine della Seconda Era venne limitata alle sole terre mortali.

    Il Vuoto è una regione astratta e disabitata che si sviluppa al di fuori delle Aule Atemporali, di Arda e di tutto Eä. Poco si sa riguardo al Vuoto, oltre al fatto che non è materiale, come tutto ciò al di fuori di Eä. In Quenya il Vuoto è chiamato Avakúma, Oiakúma o Kúma.

    Prima della creazione di Eä, Melkor vagò a lungo nel Vuoto alla ricerca della Fiamma Imperitura, la fonte del potere creativo di Eru, ma non ebbe successo dal momento che questa risiede in Eru stesso.

    Melkor fu gettato nel Vuoto dopo la Guerra d'Ira, ma alcune profezie ne predicono il suo ritorno prima della fine del mondo, quando si combatterà la Dagor Dagorath, l'Ultima Battaglia. In questo contesto dunque "Vuoto" si riferisce probabilmente ai vasti spazi vuoti di Eä e non come spesso viene confuso da Elfi e Uomini al Vuoto che esisteva prima della creazione di Eä.

    Anche lo spirito di Sauron entrò nel Vuoto dopo la distruzione dell'Unico Anello. È possibile che anche Gandalf sia entrato nel Vuoto dopo la Battaglia del Picco con il Flagello di Durin, dal momento che egli stesso afferma di aver errato "fuori dal pensiero e dal tempo" prima di essere rimandato indietro.

    Wilwarin era una costellazioni poste da Varda nei cieli di Arda per illuminare la notte prima della creazione del Sole e della Luna. Wilwarin (o Vilvarin) è un nome Quenya che significa "farfalla".

    Wilwarin non viene mai descritta nelle opere di Tolkien ma si suppone corrisponda alla costellazione di Cassiopeia.

    Durante gli Anni degli Alberi e poco prima del Risveglio degli Elfi, Varda grazie alla luccicante rugiada di Telperion creò molte delle stelle del firmamento. Alcune di esse furono disposte nel cielo in maniera tale da formare una costellazione, una delle quali fu Wilwarin.


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