Il Silmarillion

Struttura del libro

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    Il Silmarillion narra le vicende di Arda, dalla sua creazione fino all'inizio della Quarta Era. Considerata l'opera primaria, fondamentale e centrale di Tolkien, è stata forse anche quella più amata dal suo autore; essa non è e non vuole essere un romanzo, ma un corpus mitologico, o legendarium, ideato come cuore dell'universo tolkieniano, una serie di narrazioni e vicende a cui l'autore lavorò per tutta la vita, senza terminarle, utilizzandole nel frattempo quale base per sviluppare alcuni dei suoi capolavori, quali Il Signore degli Anelli o Lo Hobbit.

    Tolkien non vide mai la pubblicazione del materiale del libro (tranne alcuni brani, che, cambiati e riassunti, appaiono nelle Appendici de Il Signore degli Anelli), che fu pubblicato (come molti altri) postumo dal suo curatore, il figlio Christopher, che ne integrò le parti mancanti. Nel 1937, dopo il successo di Lo hobbit, lo propose al proprio editore per la pubblicazione. La risposta fu una netta stroncatura, seppure motivata: Il Silmarillion era considerato dall'editore un semplice "contenitore" di materiale fantastico da cui attingere per scrivere altri libri simili a Lo hobbit, inoltre impubblicabile per uno stile troppo distante da quest'ultimo. Tolkien fu molto addolorato dal rifiuto, seppur consapevole che Il Silmarillion era lontano dalle aspettative dei suoi lettori. Accanto alle altre opere, periodicamente rivedeva e integrava Il Silmarillion.
    Tolkien considerava quest'opera la più importante tra le sue creazioni, continuò così per tutta la vita a lavorare sui racconti in esso contenuti, affinando e rimaneggiando le proprie idee e il testo stesso; tuttavia non completò mai Il Silmarillion.

    Solo quattro anni dopo la morte dell'autore, nel 1977, Il Silmarillion fu pubblicato grazie al figlio Christopher. Egli aveva lavorato al testo raccogliendo molte bozze del padre, revisionandole ed unendole per farne un'opera ben amalgamata ed unitaria. Si avvalse dell'aiuto dello scrittore fantasy Guy Gavriel Kay su alcune parti più tarde del Quenta Silmarillion che erano in uno stato primitivo di bozza. Christopher Tolkien ha cercato di rispettare al massimo l'opera del padre, ma è indubbio che leggendo Il Silmarillion si debba tenere conto del suo intervento che, in molti casi, è stato notevole, dato lo stato abbozzato di molti testi. Il dibattito è stato vivace tra gli ammiratori del professore di Oxford, sulla correttezza di una rielaborazione e pubblicazione postuma, ma si sa che Tolkien stesso voleva ad ogni costo che l'opera venisse pubblicata.

    Il libro si compone in cinque parti:

    - Ainulindalë: la creazione di Eä, l'universo tolkieniano.
    - Valaquenta: una breve descrizione dei Valar e dei Maiar, gli esseri soprannaturali.
    - Quenta Silmarillion: gli eventi prima e durante la Prima Era, che costituiscono la maggior parte dell'opera.
    - Akallabêth: la storia di Númenor durante la Seconda Era.
    - Gli Anelli di Potere e la Terza Età: nel quale vengono riassunti gli eventi della Seconda e Terza Era dei quali sono protagonisti gli Anelli di Potere fino all'inizio della Quarta Era.


    Ainulindalë
    In questo primo capitolo Tolkien descrive la genesi della Terra di Mezzo e di tutto l'universo che la ospita ad opera di Dio, Eru Ilúvatar, e di potenti spiriti, gli Ainur, nati dal suo pensiero. Tutti intonano la melodia che darà origine ad Eä e ad Arda, ma Melkor, il quale da sempre bramava il potere di Eru Ilùvatar, oltre ad essere il più potente tra gli Ainur assieme a suo fratello Manwë, slega la sua melodia da quella degli altri Ainur e da Ilúvatar stesso dando origine al male del mondo. Melkor tenderà sempre di più a stare rifugiato nelle profondità della Terra, condannato in eterno alla materialità e alla nequizia dei suoi disegni di distruzione, caos e rovina. Dopo aver completato la creazione di Ea, Ilúvatar informa gli Ainur della venuta prossima dei suoi figli sulla Terra di Mezzo, gli elfi (i Primogeniti, beneficiati dell'immortalità e della perfezione) e gli Uomini (i Secondogeniti, inferiori agli elfi in molte caratteristiche quali beltà e prestanza e perlopiù mortali, ma tuttavia beneficiati dal dono di un'altra vita dopo la morte dove prenderanno parte alla canzone di Ilúvatar). Appreso ciò, gli Ainur che più amarono l'iniziale melodia creatrice si trasferiscono su Arda per prepararla all'arrivo dei figli di Ilúvatar, trovando non poche difficoltà visto che le loro opere vengono o distrutte o rovinate dalla malvagia mano di Melkor. Arda a quei tempi era buia e con solo le stelle a dare un po'di luce.Gli Ainur decisero allora di creare due pilastri che delimitassero Arda e vi posero dei giganteschi lumi, che furono consacrati da Manwe,il re degli Ainur.Inoltre tutti gli Ainur percorsero il mondo e lo abbellirono con fiori, alberi, frutti.anche Melkor aveva aiutato e alla fine del lavoro disse che Arda sarebbe diventato il suo regno, ma gli altri Ainur si opposero. Allora Melkor, mentre gli Ainur festeggiavano il completamento del mondo, abbatté i pilastri facendo riversare su Arda un mare di fuoco. Gli Ainur utilizzarono tutte le loro energie per salvare il mondo,rendendosi deboli agli attacchi di Melkor.Furono costretti a fuggire nella Terra di Aman, dove costruirono la città di Valinor.Gli Ainur presero il nome di Valar, cioè Potenze del Mondo.

    Valaquenta
    Nel secondo capitolo vengono annoverati i Valar, i Maiar e i nemici che durante il libro verranno strenuamente combattuti dalle forze del bene. Tra i Maiar è sicuramente importante annoverare il potente Sauron. Si narra che egli fosse originariamente di bella prestanza e assoluta bellezza ma che poi, lasciatosi irretire dalla malvagità di Melkor e messosi al suo servizio, divenne orribile a vedersi e di una potenza e malvagità senza eguali tra i servi di Morgoth, tra i quali annoveriamo i Balrog (Maiar corrotti da Melkor e trasformati in demoni del fuoco, il cui signore è Gothmog) e gli Orchi. Dopo la seconda grande battaglia tra i Valar e Morgoth (la prima venne fatta per stabilire il dominio di Arda da parte degli uni o dell'altro, mentre questa venne condotta per preservare gli Elfi appena risvegliati dalla malvagità di Melkor), quest'ultimo venne imprigionato mentre Sauron si rifugiò nelle profondità della terra per poi ricomparire al fianco di Morgoth, una volta che questo fuggì da Valinor e distrusse gli alberi di Valinor grazie all'aiuto di Ungoliant, capostipite di tutti gli aracnidi della valle di Gorgoroth, tra cui Shelob.

    Quenta Silmarillion
    Nel terzo capitolo dell'opera vengono narrate le storie maggiormente importanti di tutta la Prima Era della Terra di Mezzo. La maggior parte dei racconti tratta e verte sui Silmaril, i tre gioielli forgiati da Fëanor a Valinor che racchiudono dentro di loro la luce dei Due Alberi di Valinor. Tali gemme, i Silmarillion, spettano agli elfi ma sono bramati e rubati da Morgoth e sul loro recupero si snoderà quasi tutta la trama dei racconti. Gli altri temi preponderanti delle vicende raccontano di tradimento, guerra, invidia e morte, ma anche di valore, virtù, coraggio e naturalmente di amore. Per portare chiari esempi non si può non citare il meraviglioso racconto di "Beren e Lúthien", di cui peraltro troviamo echi ne Il Signore degli Anelli, il quale è un esempio dell'amore che va oltre la morte, e del valore e della forza di un sentimento che riesce a vincere, anche se per un solo momento, il signore del male. La bellezza di Lúthien ha un ruolo importantissimo.Ed infatti è cosi, poiché la bellezza e la grazia di Lúthien riescono ad addormentare tutte le maligne creature di Morgoth e permettono a Beren di recuperare un Silmaril dalla corona di quest'ultimo. Un esempio, invece, di grande valore militare ci viene dal racconto del duello tra Fingolfin, signore supremo di tutti i Noldor, e Morgoth, in cui la narrazione è caricata di un pathos che quasi ci introduce ai cancelli del regno del male ad assistere allo scontro epico tra i due contendenti. La carica emotiva raggiunge l'apice nel momento in cui Fingolfin, stremato dalle ferite e dalla fatica, si accascia a terra e, prima di morire, vibra l'ultimo colpo che stacca dalla gamba il piede di Morgoth. Altrettanto bello è significativo è il racconto della vita e della morte di Turin, eroe invincibile e disperato, perseguitato da un destino di morte: pur vincendo tutte le battaglie contro gli eserciti di Morgoth finirà per portare la rovina per chiunque lo accoglie. Gli altri racconti, come detto precedentemente, si snodano su questi temi fino alla definitiva sconfitta di Melkor, che alla fine verrà confinato fuori dallo spazio e dal tempo.

    Akallabêth
    Nel penultimo capitolo dell'opera si parla dell'ascesa e della caduta di Númenor: Akallabêth in Adunaico (la lingua di Númenor) significa "La caduta" (in Quenya si tradurrebbe con Atalantë). All'inizio del capitolo vengono enumerati gli uomini che facevano parte della razza dei Númenóreani e il motivo per cui essi sfidarono la collera dei Valar dai quali furono puniti con la distruzione della loro isola. L'autore prosegue con la narrazione della fondazione dei regni dei Nùmenòreani in esilio, Gondor e Arnor fondati da Elendil e dai suoi figli.

    Gli Anelli di Potere e la Terza Età
    In questo ultimo capitolo viene chiarita l'origine nonché la fine degli anelli di potere che Sauron consegnò ad elfi, nani e uomini per poterli governare grazie al potere del suo unico anello , forgiato tra le fiamme del Monte Fato. Buona parte delle vicende qui riassunte trovano un riscontro assai più ampio nell'opera de "Il Signore degli Anelli", compresa la fine definitiva di Sauron grazie alla distruzione dell'Unico Anello ad opera dello hobbit Frodo e del suo amico Sam.


    Crediti di © Wikipedia

    Edited by ;Fairytale» - 22/4/2023, 17:27
     
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    Esisteva Eru, l’Uno che in Arda è chiamato Ilúvatar; ed egli creò per primi gli Ainur, i Santi, rampolli nel suo pensiero, ed essi erano con lui prima che ogni altro fosse creato. Ed egli parlò loro, proponendo temi musicali; ed essi cantarono al suo cospetto, ed egli ne fu lieto. A lungo cantarono soltanto uno alla volta, o solo pochi insieme, mentre gli altri stavano ad ascoltare; ché ciascuno di essi penetrava soltanto quella parte della mente di Ilúvatar da cui proveniva, e crescevano lentamente nella comprensione dei loro fratelli. Ma già solo ascoltando pervenivano a una comprensione più profonda, e s’accrescevano l’unisono e l’armonia.

    Incipit

    Il Silmarillion (The Silmarillion) è un’opera mitopoietica scritta da J.R.R. Tolkien, pubblicata postuma nel 1977 da Christopher Tolkien con la collaborazione dello scrittore fantasy Guy Graviel Kay, che narra la storia di Arda, dalla sua creazione fino alla Terza Era.

    Sinossi
    Il Silmarillion, iniziato nel 1917 e la cui elaborazione è stata proseguita da Tolkien fino alla morte, rappresenta il tronco da cui si sono diramate tutte le sue successive opere narrative. “Opera prima”, dunque (ma anche “ultima”, e di tono assai diverso ben più elevato delle altre), essa costituisce il repertorio mitico di Tolkien, quello da cui è derivata, direttamente o indirettamente, la filiazione delle sue favole, da Lo Hobbit a Il Signore Degli Anelli, da Il Cacciatore di Draghi ai racconti di Albero e Foglia. Si tratta di un’opera che, nella vasta produzione di Tolkien, occupa una posizione di primato, non soltanto temporale, ma anche soprattutto tematica e formale. Vi si narrano gli eventi della Prima Età, alla quale di continuo si rifanno, come un necessario antecedente e a una chiave interpretativa, i personaggi e le avventure de Il Signore Degli Anelli. I tre Silmaril, nucleo simbolico della narrazione, la cui perdita e tentata riconquista costituiscono lo schema della vicenda, sono gemme tenute in altissimo conto dagli Elfi, ma concupite anche da Melkor-Morgoth, primo Signore delle Tenebre, perché contengono la Luce dei Due Alberi di Valinor distrutti dall’Avversario. Vera e propria mitologia i cui modelli ideali vanno ricercati nella tradizione celtica altomedievale, Il Silmarillion, comprende cinque racconti legati come capitoli di un’unica “storia sacra”, narra la parabola di una caduta: dalla “musica degli inizi”, il momento cosmogonico, alla guerra, eroica quanto disperata, di Elfi e Uomini contro l’Avversario. L’ultimo dei racconti costituisce l’antecedente immediato de Il Signore Degli Anelli, sorta di prefazione elaborata nei toni epici che caratterizzano tutto quel grande “pentateuco” che è Il Silmarillion. Il quale non è un romanzo né una favola, bensì un’opera unica nel suo genere, forse l’unico tentativo coerente, compiuto in tempi recenti, di costruire un vero e proprio edificio mitico imperniato sulla fondamentale antitesi tra brama di possesso e poteri creativi, tra l’amore della bellezza suprema e la volontà di dominio, insomma tra “essere” e “avere”; un’antitesi cantata nel linguaggio, sublime e semplice insieme, che è proprio dell’antico epos. Mai pubblicato vivente l’autore per la sua qualità di work in progress, Il Silmarillion ha visto la luce grazie all’opera paziente del figlio dell’autore, Christopher, che ha compiuto un attento lavoro di ricerca e collazione sui manoscritti lasciati dal padre.

    I 5 capitoli
    Il Silmarillion è suddiviso in cinque capitoli principali:

    Ainulindalë: La Musica degli Ainur
    La Musica Degli Ainur, in Quenya Ainulindalë (da Ainur “i primi” e lindalë “musica”), primo capitolo del Silmarillion, gioca un ruolo fondamentale nella cosmogonia di J.R.R. Tolkien, dove narra la creazione vera e propria di Arda (la Terra) ad opera degli Ainur potenti spiriti nati dalla mente di Eru Ilúvatar, lo spirito supremo.

    Valaquenta: Novero Dei Valar E Dei Maiar Secondo La Tradizione Degli Eldar
    Nel principio Eru, l’Uno, che nella lingua elfica è detto Ilúvatar, creò gli Ainur dalla propria mente; e gli Ainur intonarono una Grande Musica al suo cospetto. In tale Musica il mondo ebbe inizio, poiché Ilúvatar rese visibile il canto degli Ainur, e costoro lo videro quale una luce nell’oscurità. E molti di loro si innamorarono della sua bellezza e della sua vicenda che videro cominciare a svolgersi come una visione. Per tale ragione Ilúvatar conferì Essere alla loro visione, e la collocò in mezzo al Vuoto, e il Fuoco Segreto fu inviato ad ardere nel cuore del Mondo; e questo fu chiamato Eä. Poi quelli degli Ainur che lo desideravano si levarono ed entrarono nel Mondo al principio del Tempo; e il loro compito fu quello di completarlo, e con le loro fatiche di attuare la visione che avevano scorto. A lungo essi travagliarono nelle regioni di Eä, la cui vastità trascende il pensiero di Elfi e Uomini, finché a tempo debito fu fatta Arda, il Regno della Terra. Poi essi assunsero abito terrestre, e in essa scesero e vi dimorarono.

    Quenta Silmarillion: La storia dei Silmaril
    Si racconta la storia di Arda dopo la sua creazione. I Valar (i più potenti tra gli Ainur), entrarono nel Mondo per dargli forma dopo la visione data loro da Eru. La forma iniziale di Arda, scelta dai Valar, era di un continente simmetrico illuminato da due lampade (Illuin e Ormal). Tuttavia le lampade furono distrutte dal malvagio Melkor, Arda sprofondò nell’oscurità e la distruzione delle due lampade compromise la simmetria della superficie di Arda. Si crearono due continenti Aman ad ovest e la Terra di Mezzo ad est. A seguito di questo, Melkor si nascose dai Valar nella sua fortezza di Utumno nel nord della Terra di Mezzo, inoltre si circondò di bestie orribili, molte delle quali erano Maiar in forma di animali, conosciuti come Balrog. I Valar si spostarono nel continente occidentale dove fondarono il regno di Valinor, di cui Manwë fu fatto re e la Valië (femminile singolare di Valar) Yavanna Kementári creò due Alberi che illuminavano Valinor. Nella Terra di Mezzo, invece, era buio perpetuo, ed era raramente visitata dai Valar, solo alcuni di loro, e in particolare Oromë, la visitarono regolarmente soprattutto per preparare la venuta degli e Elfi, prevista da una loro visione, e per tenere d’occhio le attività di Melkor.

    Akallabêth: La caduta di Númenor
    Akallabêth è la quarta parte del Il Silmarillion, relativamente corta (lunga una trentina di pagine), sintesi della narrazione del regno di Númenor nel legendarium tolkieniano. Númenor è il nome di un’isola che è stata catastroficamente distrutta, la versione tolkieniana del mito di Atlantide. Nella lingua inventata da Tolkien, il Quenya, Atalantë vuol dire “(la) Caduta”. La stessa parola Akallabêth è l’equivalente di Atalantë in Adûnaico, lingua dell’Ovest, parlata dagli abitanti di Númenor nel corso della Seconda Era. Akallabêth è la storia della distruzione di Númenor scritta da Elendil. Dopo la caduta del Signore Oscuro Melkor (chiamato anche Morgoth) alla fine della Prima Era (narrata nel Quenta Silmarillion) agli Eldain, gli uomini che avevano aiutato gli Elfi nella lotta contro l’Oscuro, fu dato Númenor, un nuovo piccolo continente, libero dal male e dalla tristezza della Terra di Mezzo. Si trovava nel bel mezzo del Grande Oceano, tra le coste occidentali della Terra di Mezzo, e le coste orientali di Aman, dove i Valar vivevano. Quando entrarono in Númenor agli uomini fu proibito di salpare verso Aman. Per 2500 anni Númenor prosperò e crebbe in grandezza, grazie alle navi a vela Númenóreane che salpavano per stabilire remote colonie nella Terra di Mezzo. Durante questo periodo gli Elfi della Terra di Mezzo furono impegnati in un’aspra lotta contro il servitore di Melkor, Sauron, il secondo Signore Oscuro. Gli uomini di Númenor aiutarono gli Elfi comandati da Ereinion Gil-galad, rimasero nella Terra di Mezzo, ma col passare del tempo gli uomini si ribellarono agli Elfi e ai Valar, nel corso di 1500 anni, desiderarono l’immortalità. Tar-Palantir, il penultimo re di Númenor, si pentì delle azioni dei suoi padri, ma ormai era già troppo tardi. L’ultimo re era suo nipote, Ar-Pharazôn (conosciuto anche come il Re Usurpatore) che reclamò il trono sposando la figlia di Tar-Palantir, Tar-Míriel, contro il suo volere a dispetto della legge che vietava il matrimonio tra cugini. Appreso che Sauron aveva cominciato a muoversi per il dominio sugli uomini e minacciava di distruggere Númenor, Ar-Pharazôn si recò con un grande schieramento di forze nella Terra di Mezzo. L’esercito di Sauron temeva la forza di Númenor, e così molti disertarono, lasciando il loro padrone. Vedendo che non poteva rovesciare Númenor con le armi, Sauron si umiliò davanti al re Númenóreano, Ar-Pharazôn non convinto, lo prese come prigioniero a Númenor. Ben presto Sauron divenne il consigliere del re, corruppe la gran parte di Númenor al culto di Morgoth offrendo sacrifici umani e abbattendo Nimloth, l‘Albero Bianco, e costruì un tempio sacro a L'affondamento di NumenorMorgoth al suo posto. Durante questo periodo, Númenor diventò ancora più potente grazie al consiglio di Sauron. Sauron convinse Ar-Pharazôn ad assalire Aman e a strappare l’immortalità dei Valar, dicendo che grandi re prendono ciò che gli appartiene di diritto, anche se Sauron voleva distruggere Ar-Pharazôn e la flotta degli invasori Númenóreani provocando l’ira del Valar, voleva anche perpetuare il dominio assoluto di quel regno. Tuttavia, quando la Grande Armata mise piede su Aman, i Valar sospesero le loro difese e chiamarono Eru Ilúvatar, colui che modellò il mondo. Ilúvatar distrusse Ar-Pharazôn e il suo esercito Númenóreano, seppellendoli sotto le colline che caddero fino alla fine dei tempi. Ilúvatar, inoltre, affondò Númenor nel mare e rimosse Aman per sempre dai cerchi del mondo; il mondo che era stato piatto era ormai di forma sferica. Da ora in poi Aman sarebbe stato accessibile solo agli Elfi, gli unici che avrebbero potuto trovare la Strada Dritta. Nove navi che trasportavano uomini di stirpe Númenóreana, discendenti dei Signori di Andúnië, della Casa di Elros, furono trasportate dalla tempesta della Caduta fino alle coste della Terra di Mezzo. Erano guidati da Elendil l’Alto, e i suoi due figli: Isildur e Anárion, portavano con loro una piantina dell’Albero Bianco e il palantíri. Questi e i Númenóreani che già vivevano nella Terra di Mezzo portarono il titolo de “I Fedeli“, a significare la loro continua dedizione ai Valar ed Eldar. Essi si allearono con Gil-galad e marciarono nella Guerra dell’Ultima Alleanza, in cui Isildur tagliò l’Unico Anello dalla mano di Sauron. I seguaci di Elendil fondarono due regni Númenóreani in esilio: Arnor, l’alto regno, nel Nord, e Gondor nel sud. Alcuni dei Re degli Uomini, nemici di Elendil, fondarono altri regni in esilio a sud; di questi Umbar era il capo. La cultura di Númenor divenne la cultura dominante della Terra di Mezzo, Arda era divenuta sferica, e Aman posto al di là di essa, fuori dalla portata degli uomini mortali. La forma fisica di Sauron era stata distrutta, ma il suo spirito fuggì Númenor e tornò alla Terra di Mezzo, dove prese possesso dell’Unico Anello.

    Gli anelli del potere e la terza era
    È la quinta e ultima parte de Il Silmarillion, breve anche questa come Akallabêth (circa una ventina di pagine), la prima stesura avvenne prima del giugno 1948, certezza data da una lettera scritta da Tolkien stesso.

    Gli Anelli del Potere
    Non tutta la Terra di Mezzo rimase sotto il dominio di Sauron; quegli Elfi che erano sopravvissuti alle vicissitudini della Prima Era fondarono un nuovo regno, Eregion, e durante la Seconda Era, gli Elfi di Eregion forgiarono molti anelli magici, di cui 19 Anelli del Potere con l’ausilio di Sauron. In quel momento Sauron era ancora in grado di mantenere le apparenze e riuscì a ingannare gli Elfi facendo credere le sue intenzioni erano buone. Ma gli Elfi furono ingannati, perché in segreto Sauron forgiò l’Unico Anello per se stesso, al fine di renderli schiavi e, insieme a loro, tutti gli altri popoli della Terra di Mezzo. Il piano di Sauron non riuscì, però: gli Elfi scoprirono la sua trama e deposero i loro anelli per essere schermati dalla sua influenza. Sauron quindi mosse guerra sul Elfi, catturando tutti gli Anelli del Potere, tranne tre ( Nenya fu dato a Galadriel, Vilya a Gil-Galad che in seguito lo diede ad Elrond prima della Battaglia dell’Ultima Alleanza e e Narya a Círdan il Carpentiere che in seguito lo consegnò a Gandalf) che furono nascosti poiché egli non aveva avuto alcun ruolo nella loro creazione. Mentre molti elfi furono uccisi e il regno in Eregion distrutto, gli Uomini di Númenor aiutarono gli Elfi e respinsero Sauron. Dopo la guerra, Sauron distribuì sette anelli ai Nani e nove per gli uomini. I nani si dimostrarono relativamente immuni alla sua influenza, in loro crebbe solo l’avidità per l’oro, ma gli uomini si mostrarono deboli. I nove uomini che avevano ricevuto gli anelli divennero grandi signori, re e guerrieri del loro tempo, ma poi caddero sotto il dominio di Sauron, diventando alla fine i Nazgûl.

    La terza Era
    Elrond supplicò Isildur di distruggere l’anello nel fuoco del Monte Fato dove è stato forgiato, ma Isildur lo tenne per se dichiarando che apparteneva al suo popolo, una consolazione dopo le enormi perdite della guerra. Così la Terza Era della Terra di Mezzo iniziò, con la fatidica decisione di Isildur di mantenere l’Anello del Potere, che mise in moto gli eventi che porteranno alla Guerra dell’Anello. Isildur morì poco dopo in un improvviso agguato di una banda di orchi. Isildur tenta di fuggire mettendo l’Anello, ma esso lo tradì, cadde dal suo dito, e andò perduto nel grande fiume Anduin.


    Fonti: Wikipedia, Il Fosso di HelmJ.R.R. Tolkien, Il Silmarillion Ed. Mondadorilibri
    ContactsWeb
     
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